Ragusa - Una complessa azione di monitoraggio sulle frodi fiscali connesse alle importazioni di prodotti ortofrutticoli, ha condotto le Fiamme Gialle di Ragusa, coordinate dal Procuratore della Repubblica – Dott. Carmelo PETRALIA -, a scoprire una gigantesca operazione di contraffazione di pomodorini provenienti dalla Tunisia e spacciati per prodotto siciliano.
I finanzieri hanno accertato che tali persone fisiche, non avendo alcun titolo ad effettuare operazioni economiche, risultavano però essere dipendenti di una ditta operante a Vittoria nel settore agroalimentare e quindi effettuavano tali cospicue transazioni in nome e per conto dell’azienda per cui lavoravano.
Le lunghe indagini condotte dalle Fiamme Gialle, per ricostruire la tracciabilità del prodotto, hanno portato a scoprire che ad un certo punto l’origine dello stesso variava misteriosamente.
A questo punto, la seconda ditta operava materialmente la truffa, in alcuni casi emettendo fattura nei confronti delle ignare imprese acquirenti con dicitura “merce di origine Italia (sicilia)”. Sulla copia delle fatture custodite presso l’impresa cedente i Finanzieri riscontravano però una sospetta aggiunta a penna con la dicitura “origine Tunisia”. Integrazione a penna che ovviamente non trovava riscontro nei controlli effettuati presso le imprese cessionarie, che venivano così truffate.
Tre persone, di cui due di Vittoria ed uno di Scicli, tutti rappresentanti di altrettante imprese operanti nel territorio della provincia di Ragusa, nel settore della produzione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli sono state denunciate all’A.G. della Procura di Ragusa per frode nell’esercizio del commercio e contraffazione di indicazioni geografiche dei prodotti agroalimentari.
Le indagini continueranno a 360° per verificare eventuali analoghi comportamenti illeciti da parte di imprenditori senza scrupoli, che con le loro azioni danneggiano non solo il corretto funzionamento del mercato, ma mettono in serio pericolo anche la sicurezza dei consumatori.
Quello dell’agropirateria è ormai un pericoloso business da 60 miliardi di euro. A tanto, infatti, ammonta il volume d’affari dell'agropirateria internazionale nei confronti dell'agroalimentare "made in Italy", il più clonato nel mondo. Dai prosciutti all'olio di oliva, dai formaggi ai vini, dai salumi agli ortofrutticoli è un continuo di "falsi" e di "tarocchi" che rischiano di provocare danni rilevanti non solo alle nostre produzioni Dop e Igp , che rappresentano la punta di diamante del "made in Italy" nel mondo, ma all'intero sistema economico del settore agroalimentare, già peraltro fortemente provato dalla crisi economica.
*FONTE=http://www.ragusanews.com/articolo/17386/Pomodorini-tunisini-spacciati-per-italiani
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