Questo risultato, tuttavia, non
rispecchia né l’ effettivo stato di salute del movimento Forza Nuova, né
la crescita effettiva del movimento sul territorio da cinque anni a
questa parte, e neppure l’interesse suscitato nei cittadini dallo stesso
movimento in questo mese di campagna elettorale: interesse
riscontrabile negli altissimi dati di ascolto registrati da tutti i
programmi televisivi in cui ci è stato dato spazio e dalla vivace
presenza nelle piazze italiane. Fatto sta, che il risultato è chiaro,
nella sua crudezza, e l’analisi che facciamo non può e non deve
distaccarsi dalla realtà che questo risultato elettorale ci pone
davanti. La tempesta che è in atto oggi nel sistema politico italiano ci
rimanda a quelle vicende che nel 1992-93 videro lo stesso sistema
devastato dallo scandalo ‘mani pulite’, quando personaggi come Craxi,
che avevano provocato il corto circuito di Sigonella, furono bruscamente
esautorati e costretti a finire la propria vita in esilio. Per capire
ciò che sta accadendo oggi, forse, è utile proprio un paragone con cosa
accadde allora: Antonio di Pietro, legatissimo alla struttura
Cia-Mossad, ed in particolare alla figura di Michael Ledeen (che gli
permetterà di procurarsi dei fondi imponenti), è l’uomo che, di fronte
allo scenario di corruzione che si era profilato con lo scandalo “mani
pulite”, attuò il repulisti, per conto degli americani, proprio nei
confronti di quella classe dirigente (Craxi)che aveva provato a
svincolarsi dalla tutela degli Stati Uniti. Il sistema che si è
ricomposto dopo lo scandalo “mani pulite”, e i cui principali esponenti
furono uomini come Fini e Berlusconi, uomini di chiara impronta politica
filo-americana, si è attestato nuovamente sulla completa accettazione
degli accordi che posizionano l’ Italia sotto la tutela statunitense.
Quello che noi crediamo è che oggi
Grillo (anch’ egli passato al vaglio dell’ ambasciatore americano
Spogli, come confermano i dossier pubblicati da alcune testate
giornalistiche italiane), come Di Pietro al tempo, ricopra il ruolo di
“rivoluzionario sotto controllo”. Il compito di Grillo e di chi lo
appoggia, però, non è stato fra i più facili e pertanto Grillo, nei mesi
precedenti al voto, in almeno dieci occasioni ci tiene a rimarcare e ad
avvertire che senza di lui o dopo di lui vi è il pericolo di un’ “Alba
Dorata” e di Forza Nuova. Molto attento alla possibilità di sviluppo di
un pericolo di questo tipo, Grillo durante la campagna elettorale
modifica la sua strategia propagandistica e da una scelta iniziale di
non menzionare il punto della sovranità monetaria, passa ad affermare
chiaramente, nel suo comizio a Cuneo del 16 Febbraio, che “il debito
pubblico va ripudiato e la Banca d’Italia nazionalizzata deve emettere
denaro”: esattamente lo stesso mantra che i candidati forzanovisti
ripetono da qualche anno in tutte le piazze. Addirittura in una
spregiudicata imitazione della simbologia di FN, un esponente del
Movimento 5 Stelle ieri ha proposto agli eletti grillini di “indossare
il giorno dell’ insediamento in Parlamento la camicia bianca per dare
un’ idea di purezza e di compattezza del movimento”. Le stesse camice
bianche sono state adottate come uniforme e indossate in tutte le
manifestazioni di Forza Nuova da un anno a questa parte proprio per
trasmettere il carattere di purezza e di onestà della classe dirigente
forzanovista ai cittadini. Al contrario di Grillo, Forza Nuova, in
questa campagna elettorale e in tutta l’ azione politica precedente, ha
insistito con la conferma della propria pregiudiziale anti americana.
Nel corso di una trasmissione seguita da quasi un milione di persone, ho
sostenuto che le basi americane e NATO debbono essere rimosse dal suolo
italiano e che l’ Italia debba completamente sganciarsi dall’ orbita
americana, dando ulteriore forza a queste dichiarazioni con la pretesa
di essere l’unica formazione politica italiana a sostenere
inequivocabilmente questa tesi. La storia quindi ci insegna che questa
ipoteca posta dagli Stati Uniti è sempre stata alla base della
concessione del via libera per chi avanza e dello stop per chi non può
avanzare. I partiti antisistema come Forza Nuova, da cui il M5S ha
attinto idee, programmi e modus operandi, hanno palesemente ricevuto
questo stop.
E allora che fare? Allarghiamo il
fronte. Forza Nuova propone a tutte le formazioni nazional-popolari,con
le quali ha già intrapreso un dialogo, e ai gruppi politici e alle
associazioni di cittadini anche non di ispirazione nazional-popolare, ma
sicuramente antisistema (come per esempio l’ importante contributo dato
dal magistrato Ferraro), di creare delle strutture sociali apartitiche
di ispirazione “peronista” che creino rapidamente le difese necessarie
ad evitare gli aspetti più tragici dell’ imminente default italiano. A
prova della necessità di questa “operatività sociale” ci viene in aiuto
un altro ragionamento dello stesso Grillo che afferma in una
recentissima intervista che “la crisi non può essere fermata e che
pertanto ci si dovrà organizzare a livello sociale e comunitario
nell’onestà e nella solidarietà”. Non possiamo non condividere quest’
interessante concetto, che, anche in questo caso, da tempo Forza Nuova
porta avanti. Quindi, allarghiamo il fronte dell’ azione a quella che
appare essere la sfida sociale che il popolo italiano dovrà affrontare ,
vista la totale mancanza di volontà di qualunque governo si costituirà
nei prossimi giorni, di uscire dalla morsa della BCE e delle istituzioni
finanziarie internazionali. Forza Nuova deve quindi allargare l’ ambito
del fronte più di quanto abbia fatto prima: creare dei network di
imprese sul territorio per la spendibilità di una moneta popolare
parallela, creare delle colonie per l’ infanzia e una rete di supporto
alle famiglie, mettere in contatto le cooperative agricole con una rete
di consumatori per la vendita dei prodotti a km zero, creare dei gruppi
di acquisto solidale nelle città e nei paesi a livello
micro-comunitario”. L’Argentina, per esempio, già nei due anni
precedenti al “corralito” (il default dell’economia che comportò fame,
disperazione, la caccia ai generi alimentari per intere settimane),
aveva sviluppato monete locali e mercati solidali che permisero agli
argentini di evitare il disastro e di iniziare un cammino di
ricomposizione sociale. Il partito peronista animato da una chiara
impostazione social-nazionale, fece il resto e, in pochi anni,
l’Argentina uscì dal debito e sanò le sue peggiori ferite. Dobbiamo
connotare questo fronte con una chiara scelta di campo, anche a livello
internazionale: una scelta filo russa sul piano geopolitico ed etico,
per la riscoperta della forza della tradizione contro la decadenza
occidentale e contro il modello liberal americano e filo atlantico,
completamente fallito, che ha portato l’ Europa alla catastrofe. Questa
linea è stata recentemente espressa anche in un testo prodotto da un
think tank russo dal nome “Progetto Russia”, in cui si delinea, infatti,
la possibile riscossa europea sulla base di quella riscossa Russa già
in atto. Ad avvalorare la giustezza delle linee definite è uscito oggi
il preoccupante (per loro) rapporto dei servizi segreti italiani,
fortemente legati all’ atlantismo, al Parlamento Italiano, che lancia un
“allarme”, secondo il quale, a seguito di un probabile intensificarsi
nei prossimi mesi della crisi economica, è «ipotizzabile
un’intensificazione dell’impegno dell’area dell’estrema destra sul
sociale”. Segue il rapporto affermando che «si sono consolidate ed
ampliate le sinergie con le formazioni europee di omologo orientamento
ideologico, finalizzate alla costituzione di un comune fronte
identitario connotato in chiave antiatlantica e filorussa». Detto questo
ci preme affermare infine che Forza Nuova, aldilà del risultato
elettorale, ha oggi la forza, la preparazione e la capacità per lanciare
sul territorio una resistenza sociale credibile e coinvolgente. Le
rivoluzioni non si fanno con il 40% dei voti, le rivoluzioni le fanno le
minoranze preparate, forti e organizzate. Noi siamo quella minoranza
che, al momento giusto, quando si sfalderanno le false promesse e i
falsi idoli, sarà pronta a prendersi sul campo il consenso degli
italiani, che torneranno ad essere un popolo, e non una folla. Guardando
infine all’ immediato futuro, il prossimo appuntamento importante sarà
l’ elezione del Capo dello Stato nelle prossime settimane: vi diamo
appuntamento nelle piazze italiane poiché l’ avallo delle proposte di
Grillo, che vanno da Di Pietro a Dario Fo, o quelle che vorrebbero
Giuliano Amato o addirittura Prodi, provocheranno sicuramente una forte
mobilitazione delle camicie bianche forzanoviste contro l’ ennesimo
affronto dei poteri forti.
Roberto Fiore
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