"A gennaio, i siciliani furono
protagonisti di un moto d'orgoglio popolare che preoccupò non poco i partiti
del sistema. Lombardo e Micciché, travestiti da autonomisti per far dimenticare
i loro trascorsi, ma forti delle loro vecchie clientele politico-mafiose,
tentarono di intitolarsi la protesta per alzare il prezzo con la politica
romana, ma senza successo". E' l'analisi diffusa in una nota da Giuseppe
Provenzale, segretario siciliano di Forza Nuova, che ha poi proseguito:
"Centrodestra e Centrosinistra si
apprestano a spartirsi la torta come al solito, non illudano le presunte
credenziali almirantiano/autonomiste o antimafiose dell'uno o dell'altro
candidato. La vecchia DC catanese e l'ex socio palermitano di
Berlusconi e Dell'Utri, di cui è facile intuire le posizioni sulla
legalizzazione delle droghe, fanno leva sulle ambizioni del grande
amico di Lombardo, Nello Musumeci, (protagonista dei precedenti inciuci tra La
Destra e l'MPA che facilitarono la vittoria di don Raffaele nel 2008) per
resuscitare il PdL con un ricompattamento capace di riportare indietro gli
orologi e di rimandare gli inevitabili regolamenti di conti
all'interno del parlamento regionale, regalando ancora una volta ai siciliani
anni di immobilismo e autoconservazione del medesimo sistema di potere,
maggioranza-opposizione, che nell'altra coalizione, Crocetta-UDC, trova
l'interlocutore ideale per rinnovare i fasti del teatro pirandelliano".
"Forza Nuova ha fatto tesoro dell'esperienza delle lotte di gennaio - ha concluso Provenzale, confermando la posizione di FN
- e, insieme ai Forconi di Martino Morsello, ha trovato l'intesa con
Cateno De Luca, il deputato regionale scomodo perché ha avuto il coraggio, da
solo, di combattere questo sistema di potere, nella coalizione
"Rivoluzione Siciliana", per portare avanti le istanze di quelle lotte, moneta di popolo in testa, e quella centralità dello Statuto che le
caratterizzò. E sarà proprio la moneta popolare ad essere realizzata, grazie a
questa sinergia, nella cittadina di cui De Luca è sindaco, S. Teresa di Riva,
per dimostrare che è possibile fare politica al di là degli schemi consueti di
cui i siciliani sono disgustati".
In allegato, locandina del convegno citato
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