22 ago 2011

Strage di Bologna: la verità vi farà liberi!


La Procura della Repubblica di Bologna sembra abbia finalmente deciso di imboccare la “pista internazionale” per scoprire gli autori della terribile strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980, che ha causato “ufficialmente”85 morti e oltre 200 feriti.
La notizia ha ovviamente gettato nello scompiglio tutto il mondo dell’antifascismo che da quella strage, subito etichettata come “fascista”, ha tratto nuova linfa per le sue campagne propagandistiche e se n’é servito come mezzo per sviare l’attenzione dell’opinione pubblica da una gestione del potere che nei decenni si è rivelata sempre di più basata sulla corruzione ed il malaffare.
Per “noi” la notizia della recente svolta nelle indagini è solo la conferma di quello che abbiamo sempre pensato fin da quando, sul settimanale “Candido”, il giornalista e senatore missino Giorgio Pisanò aveva rivelato che durante la ricomposizione dei corpi erano stati rinvenuti altri resti oltre a quelli degli 85 morti ufficiali, e che quindi i morti in realtà non erano 85 ma 86, ed era ragionevole pensare che quei resti in più erano di un terrorista o di un corriere di esplosivi in transito, vittima di un incidente di percorso o di un complotto del quale anche lui era rimasto vittima.
Questa notizia fu sempre snobbata nel clima imperante nel quale tutti volevano e avevano bisogno che la strage fosse “fascista”, dal potere politico alle Autorità istituzionali, dai Servizi più o meno deviati alla Magistratura, dai media alle lobby della disinformazione, dagli intellettuali impegnati ai tromboni dell’antifascismo.
Tutti i successivi interminabili processi non hanno fatto altro che condannare dei colpevoli di comodo, ovviamente “fascisti” o “presunti tali”, sacrificati sull’altare della “ragion di Stato” e per dare soddisfazione a quell’Associazione Vittime della Strage di Bologna i cui esponenti, intrisi e abbeverati di antifascismo, hanno dimostrato di preferire ad una verità scomoda una bugia che placasse il loro delirante antifascismo.
Adesso non resta che aspettare che la Magistratura faccia il suo corso e, liberata dalla cappa di conformismo che finora l’ha imprigionata, dia finalmente una chiara risposta sui nomi dei responsabili, dei mandanti e di coloro che per opportunismo o carrierismo hanno contribuito a depistare e sviare le indagini.
Per quanto riguarda la richiesta di togliere dalla Piazza della stazione di Bologna la lapide che condanna la “strage fascista”, richiesta avanzata da alcuni “indegni” ex missini che, comodamente assisi nella mangiatoia del potere si sono ben guardati in questi anni dal pretendere la ricerca della verità, come abbiamo avuto occasione di scrivere anni fa, riteniamo che quella lapide non vada rimossa.
Per 30 anni quella lapide ha seminato odio, per 30 anni migliaia e migliaia di scolaresche l’hanno letta come dimostrazione del “male assoluto”, toglierla significa far sparire la prova delle aberrazioni alle quali è sceso questo regime antifascista e sedicente democratico.
La lapide va lasciata, così com’è, ma di lato va posta un’altra lapide, sulla quale venga spiegato, per le future generazioni, a quale livello può giungere l’odio ed il settarismo politico di chi, non avendo altre ragioni o idee da contrapporre al suo avversario, ricorre alle menzogne e alle speculazioni propagandistiche più atroci, anche sulla memoria di tante vittime innocenti
Non diamo al sistema l’opportunità di far sparire la prova delle sue malefatte.       
 
Adriano Rebecchi
Ufficio Politico del MNP
Responsabile Provinciale F.N.

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