Forza Nuova, Rivoluziona Scicli ed il
Comitato Difesa e Diritto Casa, hanno protocollato presso il Comune di
Scicli e la Prefettura di Ragusa, un ricorso congiunto richiedendo che
venga resa priva di efficacia la graduatoria provvisoria per
l’assegnazione di alloggi di edilizia pubblica.
L’attuale normativa vigente ,
identifica in edilizia residenziale pubblica, quelle unità abitative di
realizzazione, diretta o indiretta, dello Stato da assegnare a
condizioni economiche particolarmente favorevoli a cittadini con redditi
bassi o che si trovino in condizioni economiche disagiate, purché in
possesso di specifici requisiti stabiliti dal regolamento regionale. In
tal senso la Legge Regionale n. 2/02 indica sia la competenza del
sindaco che quella del consiglio comunale in ragione della sussistenza o
meno di alcuni elementi oggettivi e soggettivi che caratterizzano la
tipologia di alloggi da assegnare ed i requisiti dei destinatari
dell’assegnazione.
Il consiglio comunale, ai sensi della L.r. n. 12/52 è competente ad
approvare le graduatorie per l’assegnazione degli alloggi contenuti nei
piani di recupero, da assegnare in locazione a famiglie o persone delle
categorie con reddito annuo di scarso valore che vivono in case
fatiscenti, antigieniche ed improprie. Sempre in tema di competenze, da
ultimo, è venuta meno quella delle commissioni , (nd.che a Scicli invece
ha operato probabilmente in modo illegittimo) alloggi popolari, già
previste dall’art. 6 del D.P.R. 30 dicembre 1972, n. 1035 e dall’art. 18
della legge regionale 25 marzo 1986, n. 15, per effetto della
soppressione degli stessi organismi disposta con l’art. 40, comma 1,
della L.r. n. 17/04: a seguito di tale semplificazione procedimentale le
relative attività divengono, in via residuale oggetto di funzione
propria dei comuni che vi provvedono direttamente, in attesa della
costituzione “ dell’agenzia unica “ per le politiche abitative che si
chiamerà ASPA (Agenzia Siciliana Patrimonio Abitativo) nella quale
confluiranno tutte le attività, i beni e i debiti degli IACP, i dieci
Istituti Autonomi Case Popolari della Sicilia.
“Detto ciò – spiega Maria Borgia – abbiamo voluto rimarcare come
l’esigenza abitativa degli Sciclitani non può essere certamente
interpretata da commissioni improvvisate nei vari settori, i quali, ad
oggi come sappiamo non sono rette da un amministrazione comunale, per
via del provvedimento di scioglimento dello stesso.
Teniamo comunque a rimarcare, come fatto nel ricorso, l’evidente
stato di iniquità e disparità di trattamento in relazione alla quota
percentuale destinata agli immigrati, che addirittura, come indicato nel
bando possono accedere alla graduatoria con solo due anni di permanenza
dimostrata in territorio Italiano col risultato di una quota paria al
50% del totale delle assegnazioni a vantaggio di una piccola comunità,
nonché un ulteriore 15% destinato a “profughi” il cui termine generico
privo di contenuto giuridico si legge nel bando forse confuso con lo
status di “rifugiato” tutelato dalle leggi in vigore”.
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