16 feb 2014

I liberatori.

Il 15 febbraio di settant'anni fa il simbolo della civiltà cristiana d'Europa fu distrutto da una pioggia di 576 tonnellate di bombe sganciate da 227 fortezze volanti angloamericane

Il 15 febbraio di settant'anni fa il simbolo della civiltà cristiana d'Europa fu distrutto da una pioggia di 576 tonnellate di bombe sganciate da 227 fortezze volanti angloamericane.
Parlo dell'Abbazia di Montecassino fondata nel 529 da San Benedetto, patrono d'Europa, dove i monaci all'insegna di ora et labora misero in salvo le radici classiche d'Europa: l'opera di Platone e Aristotele, di Ovidio e Virgilio, di Plotino, i codici, la geometria. Quel convento aveva resistito all'assalto dei mori e allo scempio dei soldati napoleonici. Ma quella pioggia di fuoco del 1944 distrusse l'abbazia, che neanche i tedeschi avevano voluto profanare; poi si barricarono tra le sue rovine e si combattè per altri tre mesi. Non c'era una motivazione strategica dietro quell'attacco. Un millennio e mezzo di storia, di fede e di sapienza distrutto in una giornata di barbarie.

Pensavo a questa ricorrenza perché proprio in questo weekend esce nelle sale italiane un film assai pubblicizzato in tv, The monuments men di George Clooney, sulle opere d'arte trafugate dai nazisti e salvate dagli americani. Ricordo la commozione dello scrittore romeno Vintila Horia quando mi raccontò la sua visita all'Abbazia prima e dopo la distruzione. Ecco la perdita del centro, diceva con gli occhi lucidi, un centro d'irradiazione spirituale della civiltà europea dove si custodivano le sue radici greche, romane e cristiane, colpito al cuore. George Clooney farà mai un film su Montecassino e Papa Francesco se ne ricorderà domani? Ora et ignora.

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