Non sei allineato al pensiero comune: perseguitato!
Saluto romano nelle manifestazioni
Sentenza choc a Teramo: assolti tutti
TERAMO. L’ultimo pronunciamento della Cassazione è di otto mesi fa: chi
fa il saluto romano, inneggiando al razzismo e al fascismo, commette
reato. I giudici della Suprema Corte lo hanno scandito più volte
quell’«inneggiando», quasi a voler rimarcare l’indissolubilità di gesti e
parole: è reato solo se ci sono entrambi. Ed è molto probabilmente da
questo assunto sancito dai togati ermellini che bisogna partire per fare
la cronaca della sentenza con cui tre attivisti di Forza Nuova finiti a
processo per il saluto romano fatto durante una manifestazione a Teramo
– tra cui il coordinatore regionale Marco Forconi – sono stati
assolti perchè il fatto non sussiste e non, come riportato in un nota di
Forza Nuova, perchè il fatto non costituisce reato. Di diverso avviso
la procura (rappresentata in udienza da Monica Speca) che aveva
chiesto una condanna ad un anno per ciascuno. Bisognerà aspettare le
motivazioni del provvedimento emesso dal giudice Massimo Biscardi
per entrare nei perchè della decisione, ma è probabile – almeno questo è
quello emerso nel corso dell’ istruttoria dibattimentale – che su tutto
abbia prevalso il fatto che quel giorno i tre abbiano fatto il saluto
senza accompagnare il gesto con inni o parole. Questo è quello che
l’avvocato Maurizio Dionisio, il difensore, ha sottolineato nel
corso della sua arringa. «E’ stato un gesto, un omaggio al termine più
ampio della romanità. Non è stato accompagnato da proclami e inni. Nel
corso della loro deposizione i miei assistiti si sono più volte
dichiarati contrari all’odio razziale. In attesa che vengano depositate
le motivazioni, l’impressione è che il giudice del tribunale abbia
interpretato in modo innovativo la legge Mancino, come a dire che il
saluto romano non è reato laddove non sia accompagnato da inni o cori
che facciano riferimento a ideologie improntate all’odio e alla
discriminazione razziale».
Fonte=http://ilcentro.gelocal.it/teramo/cronaca/2013/05/11/news/saluto-romano-nelle-manifestazioni-sentenza-choc-a-teramo-nbsp-assolti-tutti-nbsp-1.7042156
«Kyenge torna in Congo», indagato
il coordinatore provinciale di Forza Nuova
MACERATA - Il coordinatore provinciale di Forza Nuova a Macerata,
Tommaso Golini, è stato iscritto nel registro degli indagati per lo
striscione «Kyenge torna in Congo» affisso due notti fa davanti alla
sede maceratese del Pd.
Secondo la Procura di Macerata, sarebbe lui l'autore del manifesto
contro il ministro dell'Integrazione. Ieri la Digos di Macerata ha
perquisito la sede di Fn e l'abitazione di Golini. Nel suo garage gli
agenti hanno sequestrato un vaso di colla fresca, un pennello, materiale
vario di Forza Nuova e tre cellulari.
Golini è indagato per propaganda di idee fondate sull'odio razziale,
etnico e religioso in base alla Legge Mancino contro la xenofobia.
Le indagini, in pieno svolgimento, sono coordinate dal procuratore capo
di Macerata, Giovanni Giorgio. Attesi nei prossimi giorni altri
sviluppi.
Ascoltato dagli investigatori già ieri pomeriggio, come persona
informata sui fatti, Golini si era dichiarato estraneo al blitz. Ieri
mattina però una e-mail con le foto dello striscione e la
«rivendicazione» del gesto a nome di Forza Nuova era stata inviata alla
stampa, seguita in serata da una presa di posizione del leader nazionale
del movimento di ultradestra Roberto Fiore, e del coordinatore
regionale Davide Ditommaso, che annunciavano: «Non faremo nessun passo
indietro, e non permetteremo a nessuno di distruggere il nostro Paese,
pertanto la battaglia contro immigrazione e ius soli continua».
L'intimidazione nei confronti di Cecile Kyenge, una delle tante ricevute
dal ministro in queste settimane, ha subito suscitato un'ondata
generale di indignazione, mentre il Pd di Macerata ha ribadito
l'intenzione di conferire la cittadina onoraria al ministro. Nella
serata di ieri, sotto il coordinamento del procuratore Giorgio, gli
agenti della Digos hanno perquisito la sede di Fn in via don Minzoni, e
raccolto varie testimonianze. Questa mattina la perquisizione
nell'abitazione del coordinatore provinciale del movimento, nel corso
della quale è stato rinvenuto materiale ritenuto «molto utile per
ulteriori indagini».
*fonte http://www.ilmessaggero.it/marche/macerata_razzismo_congo_ministro_kyenge_tommaso_golini/notizie/278439.shtml
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