Nella gran ressa di medici, professionisti,
dilettanti o ciarlatani, che si affollano con lugubri mutrie, al capezzale
dell'agonizzante e pietoso residuo cui è ridotta l'umanità, a coronamento di
tanti secoli di "magnifiche sorti e progressive", coprendo la straziante
cacofonia dei rantoli della meschina col fitto chiacchiericcio delle loro
diatribe, unica vera ed unanime cura è quella di far tacere ( o silenziare, con
espedienti vari ) le voci che, non da ieri, cercano di rivelare ai loro simili
l'agghiacciante verità, per cui tutte le perniciose follie che, con pugno fermo,
li imbrancano verso l'auto-genocidio, seguono una logica spietata e
ineluttabile, cui è tremendamente difficile opporsi.
La notorietà del fenomeno è così antica che
si perde nella nebbia dei millenni, e ne fa fede la presenza costante nelle più
disparate tradizioni di miti chiaramente analoghi alla "cacciata dal paradiso
terrestre". Cercando di attenerci a un linguaggio accessibile ai ceti meno
letterati, possiamo dire che si trattò del conflitto tra il senno e la ragione.
Tra molti, è oggi d'uso considerare i due sostantivi addirittura come sinonimi,
ma quella non è che la prima e più grossa e nefasta delle sciocchezze. Il senno,
infatti, è qualcosa di oggettivo, anzi, consiste proprio nell'oggettività in sè.
Esso non ha bisogno di assennati, per esistere, e tanto meno di assennati umani.
La ragione, invece, detta anche logica, o pensiero, o libero arbitrio, è un
attributo umano, eminentemente soggettivo (tot capita, tot sententiae).
Senza "ragionanti", non esiste. Un attributo prezioso, d'accordo, tanto da
riuscire a fare dell'Uomo - il meno specializzato dei viventi - quello capace di
fare più cose e di volgerle a proprio vantaggio, ma anche assai pericoloso, se
si pretende con esso di affrancarsi dal senno, a cui -come ogni vivente-
dobbiamo la nostra struttura, non solo fisica.
Uso legittimo della ragione fu, per
ininterrotto seguirsi di secoli, quello di "prolungare" i propri arti con
semplici "strumenti", assunti dal mondo esterno, alquanto più efficienti ed
elaborati di quelli grossolani di cui persino certi animali fanno uso. L'uso
blasfemo comparve allorchè qualcuno prese a fabbricare strumenti atti a
confezionare altri strumenti. La nascita della "tecnica": madre assai prolifica.
Essa partorì la specializzazione, e con essa l'economia di scambio (commercio).
Ma la nuova categoria degli specializzati in commercio dovette a sua volta
provvedersi dei propri strumenti. Il mercante non produce. Egli fornisce
al pubblico, però, il prezioso servizio di rendergli disponibile la merce che
gli occorre senza dover errare all'infinito in cerca di uno specialista che la
produca, e che, nel contempo, sia disposto a barattarla con quella oggetto della
specialità del ricercante. La prima cosa che al mercante necessita è quindi un
mezzo di scambio polivalente: scambiabile cioè indifferentemente con qualsisi
merce. E il mercante inventò il denaro, inguaiando, senza malizia, l'umanità
intera.
Occorre qui interporre una piccola
osservazione. Anche all'origine, quando il denaro dei professionisti del
commercio consisteva in un pezzetto di metallo prezioso, capace di concentrare
molto valore in peso e ingombro modesto e scarsa deperibilità, e attestante il
proprio peso e qualità con un sigillo impressovi dall''Autorità
politico-religiosa, si trattava pur sempre di una "preziosità" convenzionale.
L'oro e l'argento, infatti non hanno in sè la propria preziosità, fondata sulla
loro importanza per l'esistenza umana, per la quale ben più "preziosa" è una
farina di cereali o il legname per il fuoco. Era, ed è tuttora, una preziosità
puramente ornamentale e voluttuaria, e quindi conferitale dall'uomo stesso,
che, dotando di preziosità quelle sostanze, non si accorgeva di divenirne
schiavo, proprio in quanto non necessarie !
Chiusa la parentesi, è inutile che ci
mettiamo qui a percorrere l'ultra-nota storia dell'evoluzione dell'acutamente
definito "sterco del Diavolo". Fu tutta una serie di geniali trovate, con
sacrosante giustificazioni. Contro gli assalti di briganti e pirati, fu quella
di custodire le monete preziose in edifici inespugnabili e ben presidiati.
usando in loro luogo "fedi di deposito" di carta difficilmente imitabile, sempre
"pagabili a vista al portatore" dalle banche depositarie. Finchè l'evidente
maggior comodità della carta-moneta rese altamente improbabile che tutti i
portatori di essa si precipitassero contemporaneamente agli sportelli, muniti di
carriole da riempire di monete (o lingotti). Per farne che ? Le banche poterono
così emettere fedi di deposito anche di depositi inesistenti (e prestarle ad
interessi ), purchè la copertura fosse "congrua" (concetto quanto mai vago ed
opinabile). L'intera faccenda cominciava a puzzare un bel pò, ma la puzza si
sente col naso, organo che, come sappiamo, a qualsiasi puzza si abitua. Se un
qualsiasi nostro simile del Trecento, uscendo di casa, avesse trovato l'aria che
respiriamo oggi in istrada, sarebbe retrocesso atterrito, tossendo, sputando e
sacramentando. Oggi, tutti corrono soltanto a mettere in moto, per contribuire
alla puzza.
Con un procedimento non dissimile, l'ebete
fiducia dei depositanti giunse a conferire, grado a grado, a truffatori
professionisti, detti "finanzieri", anche rivali tra loro ma legati da una
ferrea omertà, l'incredibile potere di creare a loro libito denaro dal nulla e,
con esso, comprarsi il mondo, uomini compresi, ovvero "prestarlo", per il valore
da loro stessi attribuitogli, gravato di esosi interessi, a chiunque
desiderasse mantenere un'attività produttiva, o, semplicemente, tirare a
campare.
Potrebbe apparire incredibile che la
diluviale prolificità del libero pensiero umano, dai giorni in cui festeggiò la
propria liberazione dai pregiudizi, non sia riuscita a partorire che
un'aberrazione del genere. Tanto più che non mancarono uomini insigni e nazioni
intere che non caddero nel trabocchetto, e milioni e milioni di giovani che
seppero affrontare cantando la morte, pur di sbarrare la strada alla turpe
sopraffazione. Ma tutto ciò risultò -almeno sinora- inutile, come inascoltate
restano le chiare e lucide denunzie che, ancora nel tempo della bestia
trionfante, furono pronunziate da un poeta come Pound e da uno scienziato come
l'indimenticabile nostro Auriti.
Eppure, anche il ritmo addirittura
esponenziale ormai caratteristico della folle corsa della specie umana verso
l'auto-genocidio, quasi cupida di trascinare con sè tutto il resto di ciò che è
vita, sembra scritto nel libro del destino. Perchè la degenerazione qualitativa
dell'uomo, maggiore e più dolorosa conseguenza delle nuove abitudini mentali,
grazie proprio al c.d. "progresso tecnico", interamente asservito e
finalizzato al denaro, ha potuto diventare programmatica. La narcosi artificiale
-potremmo
dire scientifica- ha potuto così realizzare l'opera già da
secoli in atto col riscatto delle ragione dal senno, di cui si diceva in
principio: il Grande Sonno.
Oggi, giunti come siamo al termine
parossistico del "trattamento", la coscienza delle masse "civilizzate" è del
tutto a livello onirico. Esse non vivono più sulla Terra, ma su una ipotesi
bislacca che con la realtà non ha nulla a che fare. Se si muovono, lo fanno da
sonnambuli, e, se si sgrugnano contro qualche ostacolo, anzichè decidersi ad
aprire gli occhi, continuano a barcollare ad occhi chiusi in cerca di un
ipotetico responsabile, con esclusione di se stessi. E già questo, solo i più
perspicaci, perchè alla generalità vengono sussurrate (anzi, gridate, tanto non
la svegliano neanche le cannonate) ipotesi soporifere già precotte e
pre-digerite, che permettano ai pochi e criminali manipolatori del
denaro-fantasma di dormire sonni tranquilli.
Ma è credibile -si chiede qualcuno- che
costoro abbiano accuratamente messo in piedi una così colossale e perfezionata
baracca sonnifera e mortifera per distillata malvagità, al pravo scopo di
distruggere il mondo ? E' ipotizzabile che, astuti come sono, non si rendano
conto che l'annullamento di ogni aspetto di superiorità degli uomini sugli altri
viventi, finisca col coinvolgere anche loro e i loro figli ?
E' troppo evidente -e non può non esserlo anche per loro-
che la mancanza assoluta di scrupoli; la capacità di programmare e compiere a
ciglio asciutto le più crudeli stragi e i più infami tradimenti, con cui hanno
edificato il loro impero, non può mancare di produrre i suoi effetti anche
all'interno della loro casta, soprattutto allorchè, come sta accadendo, incombe
la resa dei conti. E' troppo palmare, inoltre, che di Terra ne abbiamo una sola,
e quindi, resa quella inabitabile per i loro schiavi, lo sarà anche per loro e
per i loro viziatissimi rampolli.
D'accordo: non è credibile. Eppure, sta
avvenendo.
E' che essi sono le prime vittime della
prevaricazione della ragione sul senno. Essi sono clinicamente pazzi: affetti da
una forma di paranoia. Il loro culto dei trilioni di scorregge monetarie vieta
loro di realizzare come esse non servano a niente, presto neppure per pagare un
bicchiere d'acqua potabile.
Solo la nozione di ciò può darci contezza
della realtà. Che è la realtà di miliardi di dormienti, maneggiati e beffati da
un pugno di mentecatti, operanti impuniti dietro l'usbergo di quinte di
cartone.
Come la mettiamo, "homo sapiens" ? Accetti
che sia quella la fine scritta nel tuo destino ?
Rutilio Sermonti
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