11 mag 2010

CENSURA WEB

Il Senatore Gianpiero D'Alia, con il suo emendamento all'articolo 50 del ddl n.773 (pacchetto sicurezza), già approvato dal senato, con una scusa sacrosanta (bloccare chi inneggia alla mafia, al terrorismo e alla violenza) si prepara a mettere il bavaglio alla rete. Andrebbe ricordato che il reato di apologia e di istigazione a delinquere è già previsto e punito dal codice penale, quindi chiunque ne venga accusato, viene processato, e se colpevole, condannato.
Ovvio che il fine non è quello, ma di limitare la libertà di espressione e di opinione in rete.In pratica, sempre se questo emendamento non verrà ritirato, e quindi approvato definitivamente dalla Camera dei Deputati, se su un blog, social media, ad esempio Youtube o Facebook, ci sono commenti, articoli che commettono apologia di reato e istigazione a delinquere, esempio invitare ad non osservare una legge considerata sbagliata, e non vengono rimossi entro 24 ore, il provider è obbligato dalla legge a oscurarli, pena una sanzione da 50 mila a 250 mila euro.
Questo emendamento è incostituzionale, perchè va contro l'Articolo 21 della costituzione che dice: "Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione...".Se l'emendamento D'Alia non verrà stralciato, anche in Italia la libertà d'informazione su internet, sarà limitata a livelli della Cina.

Nessun commento: