2 feb 2013

Palermo, Marcello Rossi

Caso Marcello Rossi,
 la replica di Forza Nuova: "sveliamo noi la vera trama del "giallo"


"Nella patetica vicenda che riguarda Marcello Rossi, dirigente provinciale giovanile del PdL, che prima annuncia fiero l'adesione a Forza Nuova e poi smentisce dicendo di non conoscere il nostro Movimento, c'è sì un "giallo", certamente un B movie, - dichiara Giuseppe Provenzale segretario regionale di FN - ma la trama è completamente diversa; ed è per questo che mi preme intervenire, cosa che avrei volentieri evitato di fare di fronte agli squallidi contenuti di questa vicenda, visto che noi una dignità ce l'abbiamo e non ci piace esser presi per bugiardi o burloni".
"L'assassino, infatti, non è solo il maggiordomo Rossi - ha proseguito Provenzale - comunque colpevole nel suicidio assistito della propria dignità di uomo, ma la segreteria regionale del PdL che, esercitando su di lui fortissime pressioni dalle tipiche modalità mafiose, lo costringe pateticamente a smentire, fino al punto di negare ogni rapporto con noi, contrariamente a quanto aveva fatto a botta calda ieri mattina su Facebook; conserviamo ovviamente copia del messaggio suddetto".
"Peccato, per Rossi e per i suoi padroni, che le prove di queste relazioni siano numerose, così come numerosi sono i testimoni delle sue 4 visite nella nostra sede di Palermo, l'ultima delle quali domenica 3 febbraio, il giorno successivo  all'uscita del misconosciuto comunicato, in occasione della conferenza stampa di Roberto Fiore che il signor Rossi ha atteso, in compagnia di un amico, per più di un'ora, rinunciando ad incontrarlo lì solo a causa del ritardo del volo, per poi vederlo comunque, intorno alle 14:30, insieme a me e ad altri quattro testimoni, tra cui il magistrato dott. Paolo Ferraro, all'interno di un noto ristorante palermitano pieno di avventori".
" Numerose sono pure le telefonate, i messaggi su Facebook e gli sms che Rossi ha scambiato con me  nell'ultimo mese e mezzo, che scandiscono la sua decisione di lasciare quel partito, fino all' e-mail che mi inviava per fornirmi la fotografia da lui scelta a corredo di quel comunicato che oggi definisce come una manipolazione o uno "scherzo"o la bozza dello stesso comunicato, già pronto da tempo, che un suo amico del cuore aveva vergato per lui".
"Troppe prove ha lasciato in giro il maggiordomo... per essere il colpevole numero 1... Ma questa è un'altra storia - quella delle pressioni di tipo mafioso e delle offerte a cui non si può rinunciare - che vede nel ruolo di principale  responsabile l'apparato regionale PdL che detta i comunicati di smentita del ricattato burattino Rossi, in un momento della sua vita segnato da vicende personali, quali la nascita di una figlia, di cui parlo qui solo perché lo fa lui stesso nella nota che avremmo manipolato essendo evidentemente a conoscenza di particolari della sua vita privata che sconosciuti non potrebbero certo sapere, pur tacendo, tuttavia, di molte altre confidenze che il poveraccio ha fatto a me e ad altri in questo periodo".
"Sul resto, quindi, preferisco non approfondire - ha concluso l'esponente di Forza Nuova - perché l'arma utilizzata dalla segreteria regionale del PdL per costringere Rossi a rinnegare se stesso - come anche i meno smaliziati potranno facilmente intuire, mettendo insieme i pezzi del puzzle - è un'arma impropria che non lascia tracce certe come gli sms, e che finirebbe per togliere al poveretto l'oggetto stesso del penoso scambio che lo ha portato ad accettare di consegnarsi mani e piedi ad un sistema da cui aveva detto, fino a 3 giorni fa, di essersi con orgoglio liberato. Un sistema di cui siamo orgogliosi come FN di non aver mai fatto parte e di cui mai faremo parte, qualunque cosa accada, anche a costo di perdere i voti e le adesioni di quei tanti signor Rossi di cui è pieno il mondo meschino e squallido delle clientele di partito".





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"Tronco ogni legame con la classe politica che permise colpevolmente l'ascesa del Sen. Mario Monti, che ora finge di avversare per recitare il proprio ruolo in campagna elettorale, per aderire all'assoluta purezza politica di Forza Nuova, che non ha alcun legame con la mendace paura imposta alla nazione dall'Europa dei poteri forti finanziari", ha dichiarato Marcello Rossi, ormai ex dirigente provinciale della Giovane Italia, organizzazione giovanile del PdL
"Alla mia giovane età - ha proseguito - conosciuta la straordinaria esperienza dell'essere padre, avverto l'impeto del coraggio delle scelte per troncare con un passato politico che aveva, oltre all'intrallazzo machiavellico e alla totale assenza di progettualità nei e per i territori, l'unico obiettivo di diffondere come verità una visione della crisi attuale che è quella dei nemici della nostra Sovranità, e di quella di tutti i popoli europei, avallando la precarizzazione del futuro e disertando la battaglia per la speranza che ci attende sul fronte della riconquista dei diritti della famiglia, della Sovranità monetaria, politica ed alimentare, della sicurezza e di un autentico welfare all'altezza della complessità dei giorni nostri".
"Lascio dunque, senza rimpianti, i miei incarichi di responsabile prov.le strutture organizzative  e di membro del direttivo prov.le della presidenza di Giovane Italia - ha concluso - per militare in Forza Nuova e faccio mie le parole di un leader autentico e sincero, l'On. Roberto Fiore, che appoggerò nella sua candidatura alla presidenza del Consiglio:
 "Non c'è talk show o dibattito in cui non emerga la totale vacuità dei ragionamenti, la mancanza di proposte, la non conoscenza dei reali meccanismi della crisi. Tutti parlano di spread e spending review dimenticando che la ragione della crisi è nel sistema cancerogeno del signoraggio delle banche e della grande truffa perpetrata dalla finanza internazionale e apolide contro i popoli."



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